Tunisia 10-17.03.2012
Tunisia 1Tunisia 2Sabato 10.03.2012: Milano – Genova
Partenza da Milano in mattinata, bisogna trovarsi a Genova entro le 13 per espletare le formalità di imbarco.
Al porto di Genova facciamo conoscenza con il resto del gruppo: 2 coppie, 3 singoli, tutta gente con esperienza di viaggi e tutt’altro che sprovveduta; le moto sono 3 GS 1200, 1 Tiger 1050 e il nostro Crossrunner; più il Tour Leader alla guida del furgone di appoggio.
Un altro pilota alla guida di un Morini Granpasso ci raggiungerà a Tunisi perché parte da Palermo.
Alla fine, causa overbooking, la nave è riuscita a partire alle 19:45; una decina di veicoli sono rimasti a terra e il nostro furgone di appoggio ha dovuto imbarcarsi di straforo.
Domenica 11.03.2012: Tunisi – Hammamet
In Tunisia ha fatto tre giorni di pioggia continua, cosa che non capita spesso
Arrivo a Tunisi alle 17, ha smesso di piovere ma non fa per niente caldo; una bella ora e mezza di disorganizzazione organizzata alla dogana tunisina, una caduta da pirla per spegnimento del motore, e infine siamo fuori dal porto di Tunisi alle 18:30 abbondanti.
Si arriva ad Hammamet giusto in tempo per cenare prima che chiudano la cucina; l’albergo è un 4 stelle che ti aspetti di trovare in un posto turistico del genere
Lunedì 12.03.2012: Hammamet – El Jem – Ksar Ouled Sultane - Tataouine
Mappa,
Sveglia all’alba perché la tappa è molto lunga, dobbiamo portarci al sud della Tunisia.
La prima cosa che si impara è a fare attenzione ai dossi di rallentamento locali: sono indispensabili, altrimenti i tunisini per primi entrerebbero nei villaggi a 120 km/h, ma sono fatti di asfalto buttato lì in qualche maniera e se uno non li vede e ci arriva sopra un po’ veloce hanno effetti poco divertenti sia sulle sospensioni, sia sul fondoschiena del guidatore e del passeggero.
In tarda mattinata, dopo aver attraversato pianure coltivate a ulivo a perdita d’occhio, siamo all’anfiteatro romano di
EL Jem, più grande dell’Arena di Verona e molto ben conservato: la parte mancante è stata buttata giù nell’800 dai turchi a cannonate, perché ogni volta i ribelli occupavano l’anfiteatro e cacciarli via.
Poi si impara che i fast food locali sono costituiti da una baracca che ha all’esterno un supporto di metallo da cui pende una pelle di pecora; all’ingresso è appesa mezza pecora, la carne viene tagliata sul momento, cucinata sul
barbecue, servita su un unico piatto per 11 persone, e mangiata con le mani: chi è schizzinoso, semplicemente non ha idea di cosa si perda.
Altra cosa che si impara è che l’unica risorsa della Tunisia è il turismo, e quindi i turisti vengono portati in palma di mano: alle rotonde presidiate dalla polizia viene fatto fermare il traffico per farci passare e gli agenti ci fanno il saluto!
A sera si arriva a Tataouine, ma prima c’è la deviazione sterrata per
Ksar Ouled Sultane (se vi sembra familiare è perché conoscete bene la serie di film ‘Star Wars’), un posto veramente imperdibile.
Gli Ksar sono antichi granai fortificati in cui i Berberi, i primi abitanti della Tunisia, tenevano le provviste di grano e olio per difenderle dai predoni arabi; questo in particolare è uno dei più belli, ben segnato sulla carta Michelin ma visitato praticamente solo dai motociclisti per via della strada di accesso sterrata.
Noi in particolare abbiamo trovato un paio di tratti molto fangosi, quindi piuttosto delicati da superare con moto da 250 KG.
Arrivo a sera in un albergo magnifico.
Martedì 13.03.2012: Tataouine – Chenini - Mednine – Matmata – Ksar Ghilane - Douz
Mappa,
Sveglia all’alba anche oggi, perché questa è la tappa più lunga e spettacolare del giro.
Prima visita alla
Moschea dei Sette Dormienti, poi al villaggio berbero di
Chenini (se anche questo vi sembra familiare è perché lo avete visto in Star Wars). Le case sono scavate nella roccia di una specie di canyon, dichiarato patrimonio dell’Umanità.
Poi trasferimento a Medenine per strada panoramica, rifornimento, un panino, attraversamento di un passo fino a Matmata, per poi deviazione per Ksar Ghilane.
Arrivare a Ksar Ghilane è una esperienza fuori da qualsiasi canone europeo: a metà circa della strada principale Matmata – Douz si gira a sinistra all’indicazione: quella era la
pista di controllo dell’oleodotto che arriva dall’Algeria, ora asfaltata ad uso dei turisti e praticamente tutta dritta: si percorre a velocità di 100 – 120 km/h; l’unica accortezza è chiudere il gas sotto i dossi perché la strada può essere coperta da lingue di sabbia o di fango, ma nel nostro caso l’unico tratto rovinato era segnalato. Unico incontro,
cammelli al pascolo.
60 Km a questa maniera, poi un bivio con posto di blocco dell’esercito: a destra per Ksar Ghilane si può andare, per proseguire dritti verso sud invece ci vogliono permessi speciali. Altri 15 Km come i precedenti e si arriva all’
oasi con pozza d’acqua, palme e campi tendati con tende ad aria condizionata.
L’ultimo Km è su sabbia, ma la pioggia l’aveva resa ben compatta.
Oltre l’oasi, c’è solo il
deserto di sabbia. A Ksar Ghilane è possibile noleggiare cavalli, cammelli, moto, quad e quant’altro serva a fare gli stupidi sulla sabbia.
Rientro per la stessa strada, a buio si arriva a Douz, l’oasi più grande della Tunisia.
Albergo molto scenografico con marmi dappertutto, ma cucina e servizi non così spettacolari.
Mercoledì 14.03.2012: Douz- Oasi di montagna - Tozeur
Mappa,
Tappa meno lunga della precedente ma non meno spettacolare.
Si parte da Douz e giro per il
deserto fino ad El Faouar e poi si ritorna verso Kebili; a un certo punto la strada è stata rovinata dalle piogge e la stanno rifacendo in
sabbia compressa.
Dopo Kebili comincia l’attraversamento del
Chott el Jerid. Si tratta di una vastissima depressione pianeggiante (più di 100 Km di lunghezza), che quando piove molto è allagata, ma normalmente è un unico crostone di
sale. Lo attraversa una strada tutta dritta, alta un paio di metri sul livello della depressione.
A un certo punto dalla strada si vede il relitto di un
autobus; se la crosta di sale tiene, è raggiungibile con le moto; d’obbligo poi la sosta ad un autolavaggio strategicamente posto a qualche chilometro di distanza.
Dopo un’altra cinquantina di Km in un paesaggio come
questo (ma i
cammelli c’erano davvero) si arriva all’oasi di
Chebika, dove ci attende il
pranzo sotto le palme, fornito dalla guida che ci porterà in visita all’
oasi.
Altro scorcio dell’
oasi.
Dopo la visita, rientro veloce a Tozeur, e visita della città vecchia
Giovedì 15.03.2012: Tozeur - Kairouan
Mappa,
Trasferimento in pianura, dal punto di vista motociclistico niente di che.
Ampiamente ricompensati dall’albergo e dalla città di Kairouan, con la città vecchia circondata da mura e la
Grande Moschea.
Al pomeriggio, visita alla città vecchia, per raccogliere
scorci e fare
acquist nel
suk.
Altro scorcio del
suk.
Venerdì 16.03.2012: Kairouan - Tunisi
Fine del viaggio: trasferimento a Tunisi e imbarco, ma per non farci mancare niente appena fuori da Kairouan c’era la nebbia. Traghetto partito in orario alle 13:30.
Sabato 17.03.2012: Genova - Milano
Si torna a
casa: 2.128 Km in 8 giorni da Milano a Milano.
Conclusioni: poche volte ci è capitato di spendere così bene io nostri soldi; il giro è totalmente stradale, avrei potuto tranquillamente percorrerlo anche con il CBF 600; la presenza del furgone di appoggio aiuta molto, consentendo di viaggiare leggeri e di fare acquisti.
A breve l’album completo delle foto.